martedì 2 novembre 2010

L’ACQUA PUBBLICA HA UN NEMICO IN PIU’: LA REGIONE MARCHE

Il governo regionale vuole consegnare a privati o semiprivati le sorgenti della nostra regione / il presidente Spacca vuole farsi trovare pronto per il gran mercato dell’anno prossimo / dopo tanto parlare di acqua come bene comune, è venuto il momento di farsi sentire: se non ora, quando?
Domenica 31 ottobre 2010
I fatti in poche parole sono questi: mercoledì 3 novembre prossimo l’assessore regionale alle finanze Marcolini porterà all’approvazione dell’Assemblea Legislativa Regionale una legge di riassesto del bilancio (L. 39, presentata il 29 settembre scorso) contenente un articolo (il 38) che riguarda le sorgenti. Secondo la lettura che ne dà Massimo Rossi - e per lui il forum “acquabenecomune.org” - la Giunta Regionale delle Marche “intende in questo modo consegnare l’acqua delle nostre sorgenti a soggetti privati o a società miste” entro il 31/12/2011 e nel frattempo per garantire che ciò avvenga senza difficoltà vieta nuovi affidamenti anche sotto forma di proroghe o rinnovi in attesa dell’espletamento delle procedure di evidenza pubblica.
Una lettura diretta di tutto l’articolo forse aiuterebbe a capire meglio di cosa si tratta; al momento però non lo possiedo (chiedo anzi a chi legge, se ce l’ha sotto gli occhi, di farmela pervenire); né Massimo Rossi si premura di farcene avere il testo integrale. Non so dunque a chi attribuire la mia scarsa comprensione della cosa, se alle decurtazioni operate da Rossi o al testo stesso licenziato dall’assessore Marcolini.
Tuttavia le frasi richiamate - la prima nella quale il governo regionale dichiara l’intenzione di consegnare le sorgenti a soggetti che non siano interamente pubblici; la seconda volta a garantire che l’intenzione pervenga a buon fine quando sarà il momento (31 dicembre 2011) sono di per sé sufficienti a creare la più grande preoccupazione in quanti hanno cuore che l’acqua non venga ceduta a chi ci vuole guadagnare sopra.
Ha ben ragione dunque Massimo Rossi a preoccuparsi di quello che sta succedendo, e a chiedere che in tanti siano presenti alla seduta in cui si decideranno queste cose, il 3 novembre prossimo. Sia Spacca che il suo assessore protestano di non avere abbandonato i principi ispiratori dell’amministrazione, che erano quelli di promuovere e tutelare la gestione dei beni primari, quali ad esempio l’acqua. Tuttavia è loro difficile spiegare perché allora la Regione si preoccupa con così largo anticipo sull’ultimo dell’anno prossimo di come vengano privatizzate le acque pubbliche. Difficile spiegare perché viene inserito nell’ambito della legge di Assestamento del Bilancio 2010 un provvedimento che ha di per sé presupposti e implicazioni molto più vaste e consistenti che non quelli di una questione meramente finanziaria. Non bastava che queste cose le facesse il governo Berlusconi?
Del resto non è una novità che chi governa tenda a giocare su più tavoli, dove la posta più alta passa raramente per quello in cui si affermano principi. Questo governo Spacca in particolar modo sembra essere molto arrendevole verso chi profana i principi annunciati (acqua) e verso chi sovverte i piani approvati (energia), tanto che a credere alle intenzioni da lui dichiarate si rischia di correre su un binario morto.
Leonardo Badioli

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