mercoledì 20 ottobre 2010

LA REGIONE SCARICA SUI CITTADINI IL BARILE DELLE POLVERI SOTTILI

Lunedì 18 ottobre 2010, ore 11,30. Mentre scrivo, i sindaci delle città costiere delle Marche e delle aree di Fabriano, Macerata e Ascoli, i presidenti delle cinque province, i presidenti dell’Anci e dell’Upi, si stanno avviando verso la Sala Verde del Palazzo Leopardi, sede della Regione Marche, convocati con urgenza dal presidente Spacca per discutere in via preliminare la bozza di un decreto in materia di inquinamento da polveri sottili. Si tratta di avviare un piano d’azione già approvato nel 2007, il cui scopo è limitare drasticamente il traffico nei luoghi più inquinati da particolato PM10, attraverso “misure contingenti” che consistono in un divieto di circolazione su strada per alcune categorie di veicoli ritenuti particolarmente inquinanti. Ai sindaci è riservato il compito di perimetrare i luoghi entro i quali tali veicoli non potranno circolare; ed è facile intuire che la statale vi sarà compresa, come luogo in cui l’inquinamento viene prevalentemente monitorato. L’elenco delle tipologie di veicoli che non potranno circolare entro quel perimetro è davvero molto lungo, e comprende auto, veicoli commerciali leggeri e pesanti, autobus, mezzi agricoli e perfino motorini. Mi riservo di trascrivere domani l’elenco dei veicoli che saranno oggetto del divieto, in modo che ne venga tempestivamente informato il fortunato possessore. Su di lui (che poi è gran parte di noi) infatti pende il provvedimento, definito “sperimentale”, che secondo le intenzioni dichiarate diventerebbe operativo dal 1 novembre di quest’anno al 31 marzo dell’anno prossimo. Il motivo remoto di tanto rigore sta nel fatto che dal 2004 ad oggi “diverse stazioni urbane da traffico” dimostrano che siamo lontanissimi dal raggiungimento dei limiti di vivibilità richiesto dalla UE, tanto che la Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per i superamenti del particolato. La Regione Marche ha chiesto deroghe, ma dovrà comunque dimostrare di poter raggiungere quei limiti entro l’11 giugno 2011. Non ci sono motivi invece a favore del presente provvedimento “contingente”, se non nel fatto che i nodi sono venuti al pettine: dopo anni di fantasmagorie irrealizzate (metropolitana di superficie, trasporto pubblico, piste ciclabili, cabotaggio & so on) i problemi si sono fatti emergenza, tanto che il presidente della Regione è indotto a governare processi complessi e annosi attraverso la mannaia dei divieti dell’ultimo minuto.

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